Eduardo Di Cristina
Rievocazione di Marengo del 12/13 Giugno 2021
Aggiornamento: 21 giu 2021
Marengo 2021 non solo è stata in grado di donarci uno spaccato della vita civile e militare di inizio 1800. Ci ha permesso di tornare ad assaporare un'atmosfera di tranquillità, dopo l'emergenza sanitaria che ha costretto il mondo a fermarsi.

Siamo abituati a conoscere la rievocazione storica come, citandone la definizione, attività con cui si intende riproporre vicende o situazioni di epoche passate. Niente di più vero, ma cosa vuol dire tornare a riassaporare questo tipo esperienza così unica nel suo genere? Con questa domanda Eduardo Di Cristina di IStoria ha partecipato al 221° della battaglia di Marengo, organizzata dal Gruppo Storico Napoleonico di Marengo, con un unico obiettivo: rievocare la Storia.

La battaglia venne combattuta il 14 giugno 1800, nel corso della seconda campagna d'Italia, durante la guerra della seconda coalizione, tra le truppe francesi dell'Armata di riserva, guidate dal Primo console Napoleone Bonaparte, e l'esercito austriaco, comandato dal generale Michael von Melas.
In un caldissimo weekend di 221 anni dopo ci troviamo di nuovo nell'odierna provincia di Alessandria, grazie all'Associazione Storico Culturale Amaltea, di cui siamo soci e collaboratori. Lo facciamo questa volta in un ruolo molto particolare e solitamente di contorno durante le rievocazioni, cioè rappresentando uno spaccato civile della popolazione del nord Italia proprio durante la discesa di Napoleone alla sua conquista. Aspetto che purtroppo molto spesso ha poco spazio, ma di immenso valore storico-culturale. Dovete prima di tutto sapere che la vita di un rievocatore, durante un evento, inizia decisamente prima dell'arrivo del pubblico, e finisce molto dopo. Giunta al campo ogni associazione e gruppo si riunisce in autonomia innalzando il proprio accampamento, con tanto di tende, tavoli, velari, panche, vettovaglie e tutto ciò che consente loro di vivere un intero weekend nel modo più autentico, storicamente parlando, possibile. E vogliamo sottolineare "VIVERE" perchè non è sempre noto al grande pubblico che un rievocatore non si limita a un programma preparato di poche ore, dedicato solo alla battaglia e alle visite. E' ciò che c'è dietro che rende unica una tale esperienza, e che ci fa sentire interpreti di uomini, donne e bambini di un'epoca passata.

Amaltea come anche altre associazioni lo sa, ed è per questo che ha mostrato accanto a fanti, cannoni e cavalleria austriaca e francese la quotidianità del popolo fatta di lavoro, cucina per sé stessi e per le truppe, ricamo, conceria, e costruzione di utensili. Oltre a piccoli momenti di svago come ascoltare racconti dei tempi passati o giocare con i propri bambini.
Ed è così che avreste quindi visto Mattia, presidente di Amaltea e della Sala d'arme Stella Splendens impegnarsi nella costruzione di zoccoli in legno per camminare. Francesco cimentarsi nel montare rastrelliere. Roberta ricamare e Debora cucire. Giulia cucinare uno splendido piatto tradizionale, il bagnetto verde pimontese, ricetta direttamente indicata dalla sua nonna. Davide intagliate un legnetto per trarne fuori un cucchiaio, infine Enrico Giacomasso, rievocatore da ben 25 anni, raccontare storie su eventi passati, Camilla e Maristella badare ai loro bambini.
Non si può assolutamente negare quante cose è possibile apprendere ed applicare in una rievocazione storica. Tutto questo accompagnati da persone con lo stesso attaccamento alla storia, persone che vogliono condividere il proprio sapere e a volte anche il proprio cibo. È il caso del Gruppo Storico Montichiari, che ben conosciamo e che ci ha invitati sotto il loro velario ad un vero e proprio banchetto dove sono stati condivisi pregiati affettati, prosecco e formaggio. E alla fine arriva la battaglia. Sì, perché dopotutto l'evento è dedicato alla battaglia di Marengo, e non possiamo negare che la volontà delle organizzazioni e dei comuni di voler ricordare certi eventi sia forte ogni volta. Purtroppo i numeri si fanno sentire rispetto agli eventi esteri, sia che si parli di numeri di rievocatori coinvolti sia di numeri del poco pubblico italiano, emergenza sanitaria o meno.
Sul campo si schierano inizialmente le truppe di fanteria di linea e granatieri austriaci, coadiuvati da un pezzo di artiglieria da 4 libbre, una formazione di ussari a cavallo e un piccolo drappello di Jaeger disposti a ventaglio, tenendo l'artiglieria nel mezzo. Le truppe francesi si dispongono frontalmente a loro in due plotoni di fanteria di linea, un pezzo d'artiglieria da 4 libbre, un reggimento di fanteria leggera e un gruppo di cavalieri italiani. La battaglia si fa subito aggressiva, con diversi colpi da entrambi gli schieramenti. Le fanteria austriache tentano di avanzare ma vengono subito fatte indietreggiare dal folto fuoco francese. Al contrario gli Jaeger resistono fino all'ultimo ai continui attacchi della fanteria leggera napoleonica, che solo con colpi mirati e impugnando il coltello a daga riescono a scacciarli definitivamente. La cavalleria ussara austriaca nel frattempo è una presenza costante sul campo di battaglia e con azioni di disturbo mette in seria difficoltà la controffensiva francese, solo la cavalleria italiana in supporto permette le truppe napoleoniche di avanzare fino a sconfiggere definitivamente e mettere in fuga gli austriaci con un'ultima carica di baionetta che permette loro anche di conquistare il pezzo di artiglieria nemico.
In conclusione si è trattata di un'ottimo ritorno alla normalità, in completa sicurezza. Grazie all'organizzazione ogni rievocatore ha avuto l'obbligo di dichiarare quando è stato vaccinato, se tamponato il giorno precedente o se necessario controllato in loco tramite un tampone rapido. Purtroppo per ragioni di sicurezza non ci è stato possibile questa volta accendere il fuoco, ciò ha tolto un po' di colore ai momenti di cucina. Il pubblico come già detto non è stato numeroso, ma attivo nel chiedere qualche informazione ai rievocatori, pronti nel rispondere. La rievocazione rimane quindi un meraviglioso modo di vivere la Storia, toccare con mano un'epoca passata, permettendoci di conoscere meglio il nostro passato e quindi noi stessi.